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Nelle ultime settimane, l’elezione regionale della Liguria, considerata la più incerta tra le tre previste nel corso di un mese, ha mostrato alcune tendenze che sembrano favorire una possibile vittoria del centrodestra.

La candidatura di Orlando per il centrosinistra ha comportato alcuni costi significativi: il suo programma è chiaramente più orientato verso le esigenze di un elettorato di sinistra e include proposte che richiamano le richieste tipiche del Movimento 5 Stelle.

L’esclusione dei candidati e della lista legata a Italia Viva ha ulteriormente rafforzato una distinzione troppo netta, che rischia di spingere un elettorato moderato di centrosinistra a votare non tanto per la coalizione di centrodestra, quanto per il candidato Bucci.

Bucci, infatti, si sta posizionando come il candidato “anti-politico”, una figura più legata al “fare” che alla tradizionale attività partitica. Questo approccio sta attirando l’attenzione di elettori solitamente poco interessati ai complessi meccanismi della politica, ma sensibili a proposte di “decisionismo” che si oppongono alla burocrazia e, in alcuni casi, alla politica stessa, meglio sintetizzabili dalla figura del sindaco di Genova.

La combinazione di questi fattori sembra favorire Bucci, che si sta dimostrando più efficace nella comunicazione rispetto a Orlando. Se un mese fa i due candidati erano sostanzialmente alla pari, nelle ultime due settimane Bucci ha guadagnato un vantaggio stimato tra i 2 e i 4 punti percentuali.

In situazioni come questa, più che il valore numerico, è la tendenza a risultare significativa. Al momento, questa tendenza sembra indicare Bucci come il probabile vincitore, indipendentemente dal sostegno della sua coalizione. Va ricordato che, in queste elezioni, il candidato che ottiene anche un solo voto in più dell’avversario viene proclamato vincitore.

Come istituto Opimedia, continueremo a monitorare settimanalmente queste tendenze, influenzate in gran parte dalla capacità di portare alle urne un elettorato generalmente apatico e demotivato. In questa tornata, si prevede che poco più di un elettore ligure su due si recherà a votare: la propensione al voto rimarrà perciò l’elemento decisivo che più sta contraddistinguendo l’esito delle elezioni di ogni livello in Italia e più in generale nel mondo democratico. occidentale.