Si sono appena svolte le elezioni in due grandi regioni italiane che hanno come capoluoghi le due principali città metropolitane. In queste settimane abbiamo monitorato come sempre, le campagne di comunicazione dei candidati e in modo particolare, quella dei candidati presenti nelle liste presentate dai principali partiti politici nei singoli collegi provinciali, con l’obiettivo di individuare connessioni tra la tipologia di strategia adottata nelle campagna sui social media e i risultati elettorali ottenuti.
L’elemento caratterizzante di queste elezioni regionali sia in Lombardia sia in Lazio, è stata una riduzione parziale riduzione dell’utilizzo di canali social media (Facebook, Twitter, Istagram, TikTok ecc.), che in pochissimi casi a differenza del recente passato, sono stati collocati al centro delle strategie dei singoli candidati. L’attività elettorale soprattutto per i candidati delle liste di centrodestra si è concentrata preferibilmente sul territorio, alla ricerca di incontri, con l’organizzazione di cene, appuntamenti elettorali e tour via per via.
In questo caso i social media al di là di alcune notizie di carattere generale legate al candidato alla presidenza della Regione, hanno avuto per i candidati di lista che ambivano al Consiglio Regionale, un ruolo di semplici vetrine degli eventi organizzati dal vivo, senza l’adozione di strategie complesse pensate appositamente per la comunicazione social.
I motivi di questo parziale cambio di direzione nella comunicazione politica locale potrebbero essere molteplici. Infatti, su queste scelte ha inciso sicuramente la rilevanza del voto di preferenza, una tipologia di voto assente nelle elezioni politiche dove vi sono liste bloccate, e che richiede per essere produttivo un contatto personale, un face to face che rende la richiesta di preferenza sicuramente più persuasiva. Altro fattore del parziale decrescente investimento di tempo e attenzioni destinato ai social media è stata la scarsa partecipazione al voto, che ha costretto i candidati a concentrarsi sulle zone e sui gruppi associativi dove erano più radicati con l’organizzazione di eventi e cene e dunque consumando molta parte dei budget dei candidati; un terzo fattore è stata l’età media piuttosto elevata con una significativa diserzione dalle urne dei più giovani, aspetto quest’ultimo che ha ridotto la strategicità dei canali di comunicazione legati ad internet.