I dati comunicati dal Ministero degli Interni relativi alla prima giornata di voto per le Regionali in Lombardia e in Lazio sono per certi versi sconvolgenti. Solo un elettore su quattro è andato a votare e la percentuale salirà di poco nella mattinata del 13 febbraio.
E’ presumibile che due terzi del corpo elettorale non si presenterà al voto per contribuire alle scelte che formeranno i Consigli Regionali di enti di grandissima importanza. Un calo drammatico dopo il 50% delle elezioni Politiche 2022 che lancia questa volta davvero, un allarme significativo.
Se infatti il calo dei votanti in tutto il mondo occidentale è purtroppo una tendenza consolidata da tempo, l’autentico tracollo di questa tornata deve davvero far pensare. Le componenti di questo disastro partecipativo possono essere molte e complesse. Da un lato il risultato atteso “scontato”, dall’altra il pochissimo spazio dedicato dei media nazionali a queste elezioni, unita alla mancanza di leaders regionali che potessero motivare il voto, hanno portato a un dato che è senza ombra di dubbio il minimo storico di partecipazione al processo decisionale. Altri fattori hanno caratteristiche meno contingenti e sono legate a complessi fenomeni socio-economici.
In ogni caso, un calo così drastico, determinerà anche dei risultati locali a sorpresa, soprattutto nella distribuzione delle preferenze e dunque degli eletti all’interno dei singoli partiti. La riduzione marcata dei votanti porta infatti ad una accentuazione del peso di coloro che a prescindere dal numero di votanti sono in grado di portare al voto gruppi di sostegno fidelizzati e pronti a sostenere il singolo candidato.